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“L’opera e i suoi luoghi. XVII Scuola di Primavera del Network internazionale per la formazione alla ricerca in storia dell’arte”

L’Istituto Italiano di Cultura e l’Université de Montréal sono lieti di presentare la “XVIIe École de printemps du Réseau international pour la formation à la recherche en histoire de l’art”, quest’anno dedicata al tema “L’opera e i suoi luoghi”. Ai lavori della Scuola partecipano anche la Prof.ssa Maria Grazia Messina (Università degli Studi di Firenze) e il Prof. Alessandro Nigro (Università degli Studi di Firenze).

Lunedì, 13 – Venerdì 17 maggio 2019
Université de Montréal
Per programma dettagliato, luoghi e orari si consulti il booklet
e il sito www.proartibus.org

Nell’ambito della sua XVII edizione, la Scuola dottorale del Réseau international de formation en histoire de l’art (RIFHA) invita i suoi partners a una riflessione sul rapporto fra l’opera e i suoi luoghi di rappresentazione. Evitando il vasto campo della rappresentazione dei luoghi (scenografie, cartografie, paesaggi, teorie e giochi di prospettive), l’indagine scientifica pone piuttosto l’accento sulle diverse forme di declinazione, sulle mutazioni della percezione e degli usi del luogo contaminato dalle intromissioni artistiche, proprie di un’epoca che vanta un ampliamento della geografia dell’arte.

Alessandro Nigro ha studiato storia dell’arte all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, laurendosi con Nello Ponente e poi perfezionandosi in Storia della critica d’arte all’Università degli Studi di Padova, diplomandosi con Franco Bernabei. È attualmente professore associato di Storia della critica d’arte all’Università degli Studu di Firenze ed è stato inoltre selezionato, per l’anno accademico 2017-2018, come “Directeur d’études associé” dalla Fondazione Maison des Sciences de l’homme di Parigi, fondata da Fernand Braudel. Ha dedicato studi monografici ad Alfred Kubin, alle teorie del paesaggio e alla Minimal Art. Ha scritto sulla grafica dei visionari tra Otto e Novecento (Charles Meryon, Grandville, Max Klinger, Odilon Redon), sui territori di confine tra critica d’arte e psichiatria (Hans Prinzhorn), sul teatro futurista di Balla e Depero e sulle relazioni tra arte e critica negli anni Sessanta (George Kubler). Nell’ambito della storia del collezionismo ha dedicato uno studio ai rapporti tra Bernard Berenson e i mercanti d’arte orientale a Parigi (Studi di Memofonte, 2015), mentre per quanto riguarda la storia della fotografia ha pubblicato il volume Ritratti e autoritratti surrealisti. Fotografia e fotomontaggio nella Parigi di André Breton (2015).

Maria Grazia Messina, già professore ordinario di Storia dell’Arte contemporanea all’Università degli Studi di Firenze, si è occupata della cultura figurativa fra neoclassicismo e romanticismo con saggi su Piranesi, Canova, i Nazareni, il quadro di storia attorno a David, la pittura di paesaggio con saggi su Constable e P.H. de Valenciennes; dell’architettura modernista, nel primo decennio del Novecento, fra Monaco, Darmstadt e Vienna, con saggi su Loos e Hoffmann e con un volume sull’architetto Joseph Maria Olbrich e la Kunstlerkolonie di Darmstadt (Roma 1978); di questioni iconologiche, di nessi fra pittura, critica e letteratura, e di sintesi fra le arti nel periodo fra il postimpressionismo e le avanguardie storiche, con speciale attenzione ad artisti quali i “tedeschi romani”, Monet e Cézanne e al cubismo, su cui ha pubblicato, con J. Nigro Covre, la monografia Il cubismo dei cubisti, ortodossi ed eretici a Parigi intorno al 1912 (Roma 1986). Fra gli artisti italiani nel Novecento ha studiato in particolare Gino Rossi, Carlo Carrà, Lucio Fontana e Mario Sironi, quest’ultimo nel volume Sironi. Ritratti di famiglia (Torino 1996), e Giorgio de Chirico. Nel volume Le muse d’oltremare. Primitivismo ed esotismo nell’arte contemporanea (Torino 1994) ha considerato il rapporto di diversi artisti, da Gauguin a Klimt, da Matisse a Picasso con le arti arcaiche e tribali. Ha ripreso i propri studi su Gauguin in Gauguin: un esotismo controverso (Firenze 2007).

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Montréal
  • In collaborazione con: Université de Montréal