L’Istituto Italiano di Cultura, in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a Montréal, l’Ambasciata d’Italia in Canada, la Comunità Scientifica Italiana in Canada (CSIC) – sezione Québec – organizza un convegno per celebrare la “Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo”.
Promossa dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con il Ministero della Salute, la “Giornata della Ricerca Italiana nel Mondo” intende promuovere ogni anno, nella ricorrenza del 15 aprile, data di nascita di Leonardo da Vinci, il valore della ricerca italiana svolta in Italia e all’estero. Quest’anno la “Giornata della Ricerca Italiana” celebra anche il V Centenario (1519-2019) della morte di Leonardo da Vinci.
Lunedì 15 aprile 2019, ore 17:30
Istituto Italiano di Cultura
1200, Av. du Dr. Penfield
Montréal (QC), H3A 1A9
Seguirà un rinfresco
Il programma del convegno prevede i seguenti interventi:
- L’evoluzione degli studi di Italianistica a McGill University – Eugenio Bolongaro, Dipartment of Languages, Literatures, and Cultures, McGill University, Montréal
L’intervento traccia sinteticamente l’evoluzione degli studi d’italianistica all’università McGill dall’inizio del nuovo millennio. I mutamenti nei corsi, programmi di studio e anche nella configurazione amministrativa del Dipartimento rispecchiano un’evoluzione che non coinvolge soltanto l’italianistica ma lo studio delle lingue straniere e delle scienze umanistiche in generale. Pur non accettando la caratterizzazione di una “crisi” delle scienze umanistiche, bisogna tenere conto di una nuova geografia del sapere e di un rapporto diverso tra le istituzioni universitarie ed i loro “utenti” – in particolare le nuove generazioni studentesche che hanno nuove esigenze e aspirazioni.
Eugenio Bolongaro, professore di “Italian Studies” alla McGill University, è attualmente Direttore del Dipartment of Languages, Literatures, and Cultures. La letteratura italiana e il cinema – dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ai tempi nostri – sono gli ambiti principali della sua attività di studio e di ricerca, arrichita da un’ampia produzione scientifica.
- Aristotele e aristotelismo: Dante come caso di studio – Andrea Falcon, Dipartment of Philosophy, Concordia University, Montréal
Per Dante Aristotele era “il maestro di color che sanno”, vale a dire l’autorità filosofica per eccellenza. Eppure nell’antichità una simile ammirazione non fu condivisa da tutti e, nei secoli successivi, il pensiero di Aristotele riuscì a imporsi solo dopo molto tempo, alla fine di un contrastato processo di assimilazione. Nella mia presentazione mi soffermerò su alcuni momenti salienti di questa complessa storia in modo da spiegare come si sia giunti all’idea di Aristotele che Dante esprime nella sua famosissima descrizione del grande filosofo
Andrea Falcon insegna presso la Concordia University di Montreal. Specialista del pensiero di Aristotele e della sua ricezione nel mondo antico e medievale, ha pubblicato le seguenti monografie: Corpi e Movimenti: la tradizione del De caelo nel mondo antico (Napoli 2001); Aristotle and the Science of Nature: Unity without Uniformity (Cambridge 2005); Aristotelianism in the First Century BC: Xenarchus of Seleucia (Cambridge 2011), Aristotelismo (Torino 2017). Ha inoltre curato il Brill’s Companion to the Reception of Aristotle in Antiquity (Leiden 2016) e, insieme a David Lefebvre (Paris IV – Sorbonne), Aristotle’s Generation of Animals: A Critical Guide (Cambridge 2018).
- Umanità, umanesimo e cultura digitale – Marcello Vitali-Rosati, Département des littératures de langue française, Université de Montréal
Chi siamo? Che cosa ci rende umani? Qual è il nostro posto nel mondo? Sono domande universali che assillano i filosofi e i pensatori da sempre. L’umanesimo del Quattrocento è stato un momento di grande riflessione su queste problematiche e questa riflessione coincideva con un cambiamento dei supporti di scrittura: dal manoscritto alla stampa. Le tecnologie digitali fanno emergere modi nuovi di produrre e far circolare la conoscenza ed è parallelamente per questo cambiamento che diventa oggi di nuovo fondamentale porsi ancora la domanda sul senso e il ruolo dell’umanità.
Marcello Vitali-Rosati è professore associato presso il Dipartimento di Letteratura francese dell’università di Montréal e detiene la cattedra di ricerca in Canada in scrittura digitale. Sviluppa una riflessione filosofica sulla posta in gioco delle tecnologie digitali: il concetto di identità virtuale, digitale, nozioni di autorialità e autorità, forme di produzione, legittimazione e circolazione della conoscenza al tempo del web, e la teoria dell’editorializzazione – di cui è uno dei contributori più attivi. È autore di numerosi articoli e monografie e lavora anche come editore. Direttore della rivista “Sens Public” e co-direttore della collezione “Parcours Numériques” presso la “Presses” de l’Université de Montréal. Come titolare della cattedra di scrittura digitale, dirige diversi progetti in campo umanistico, in particolare nel campo dell’editoria scolastica. È in questo contesto che ha sviluppato in particolare piattaforme per la pubblicazione di riviste e monografie arricchite, un software per la pubblicazione di articoli scientifici e una piattaforma di pubblicazione collaborativa del Codex Palatinus 23.
- L’avvenire dell’elettronica è verde – Clara Santato, Department of Engineering Physics, Polytechnique Montréal
L’elettronica è ormai presente in ogni aspetto della vita quotidiana. Ne deriva quindi un crescente impatto ambientale dovuto all’aumento della produzione di rifiuti speciali che contengono materiale elettrico o elettronico (acronimo inglese WEEE, 44.6 milioni di tonnellate nel mondo nel 2016), un problema che va di pari passo con l’esaurimento dei minerali che forniscono gli elementi chimici necessari all’industria dell’elettronica. Esistono fortunatamente alcune soluzioni che potrebbero rendere più sostenibile questo settore industriale: la scelta di materiali che non implicano l’utilizzo di elementi chimici rari, processi di produzione innovativi, e un progetto che integri fin dall’inizio il rispetto dell’ambiente, includendo per esempio la biodegradabilità. In questa presentazione verranno presentati alcuni risultati in merito alla biodegradabilità di materiali elettronici e di sistemi di immagazzinamento dell’energia (come batterie o condensatori).
Clara Santato è professoressa ordinaria nel Dipartimento di Fisica dell’ingegneria presso il Polytechnique Montréal. Ha conseguito il dottorato in chimica (“Preparation and Characterization of Nanostructured WO3 Films as Photoanodes in Photoelectrochemical Devices “) nel 2001 all’Universita’ di Ginevra e il suo diploma di laurea magistrale (“Electropolymerization and Photopolymerization of a Pyrrole-Substituted Ruthenium tris (bipyridyl) Complex “) In chimica nel 1995 presso l’Università degli Studi di Bologna. Il lavoro sperimentale è stato svolto in collaborazione con l’Université J. Fourier. È stata ricercatrice (permanente) presso l’Institute for Nanostructured Materials, parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche Italiane, dal 2001 al 2011, e visiting scientist (2007-2010) presso la Cornell University, Dipartimento di Scienza dei Materiali e Ingegneria (Malliaras Laboratory for Organic Electronics). Nel 2006 è stata visiting scientist a l’Institut National de la Recherche Scientifique e alla McGill University (Chemistry) e nel 2005 presso la Purdue University (Chemistry). La ricerca di Clara Santato si concentra sui film semiconduttori e le loro interfacce con elettrodi metallici ed elettroliti, per applicazioni nei transistor e conversione / immagazzinamento di energia. Con il suo gruppo, ha recentemente ampliato i suoi interessi di ricerca verso dispositivi elettronici e di stoccaggio dell’energia. Santato è membro della cattedra di MATECSS (Materiali e tecnologie per la conversione, il risparmio e lo stoccaggio) dell’UNESCO. Collabora come redattore associato al “Journal of Power Sources” (Elsevier).
- Progressi in genetica e farmacologia della malattia policistica renale usando un nuovo modello nel moscerino della frutta – Chiara Gamberi, Dipartment of Biology, Concordia University, Montréal
La malattia renale policistica è incurabile e colpisce 66.000 canadesi e 12.5 milioni di persone nel mondo. Questa presentazione descriverà i più recenti progressi del nostro gruppo di ricerca per quanto riguarda la comprensione dei meccanismi molecolari di questa patologia, al fine di ideare nuove strategie terapeutiche.
Chiara Gamberi ha conseguito il dottorato di ricerca in Biologia e Patologia Molecolare e Cellulare alla Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Verona e allo European Molecular Biology Laboratory di Heidelberg con studi funzionali comparativi di proteine che interagiscono con gli acidi ribonucleici (RNA). Trasferitasi all’Università del Texas a Austin e, infine, alla McGill University, Chiara Gamberi ha continuato a occuparsi di come la regolazione dell’RNA influenzi lo sviluppo e l’adattamento fisiologico animale. Attualmente è Affiliate Assistant Professor of Biology alla Concordia University e Visiting Professor all’Université de Montréal e impegnata nel programma di ricerca sulla malattia policistica renale (PKD), stabilendone il primo modello nel moscerino della frutta Drosophila melanogaster per permettere lo studio dei meccanismi molecolari della formazione di cisti renali, tuttora sconosciuti.
- Comunicazione tra scienziati nell’era delle notizie false – Daria Boffitto, Department of Chemical Engineering, Polytechnique Montréal
L’Unione Europea ha sondato l’opinione pubblica e ha messo in campo una squadra di esperti per cercare di misurare l’ampiezza del fenomeno della manipolazione dell’opinione pubblica tramite informazioni false. Gli Stati Uniti ed il Canada hanno definito quest’argomento di ricerca come prioritario. Un accesso alle informazioni insufficiente, riflesso delle disuguaglianze (socioeconomiche), rappresenta la causa principale della manipolazione dell’opinione pubblica, incrementando di conseguenza le disuguaglianze in un circolo vizioso. In questo contesto, le decisioni delle authority di controllo devono basarsi su informazioni scientifiche affidabili. Gli articoli scientifici e le relazioni pubblicati dai ricercatori sono la prima fonte di informazioni scientifiche disponibili per governi, agenzie e altri ricercatori. È per questo che la comunicazione fra gli “addetti ai lavori” svolge un ruolo fondamentale al fine di contrastare la manipolazione dell’opinione pubblica. Questo intervento illustrerà come gli scienziati possano divulgare la scienza evitando qualsiasi rischio di fornire informazioni ambigue.
Daria Boffito è una leader emergente nel campo della intensificazione dei processi ed è riconosciuta a livello internazionale per il suo eccezionale contributo in vari campi della scienza, tra cui la catalisi eterogenea, la conversione della biomassa in combustibili biocarburanti e prodotti chimici, così come per la sonochemistry. Daria Boffito è professore di Ingegneria Chimica presso il Polytechnique de Montréal dal maggio 2016, titolare fra l’altro della Chaire de recherche du Canada en procédés mécanochimiques intensifiés pour la conversion durable de la biomasse. Dopo aver ricevuto il suo dottorato in Chimica Industriale presso l’Università di Milano nel 2013, si trasferisce al Polytechnique de Montréal, dove ha iniziato la sua ricerca post-dottorato con borse di studio prestigiose come PBEEE (Excellence Scholarship Program per Foreign Student) da FRQNT e dalla NSERC Banting Fellowship. Durante il secondo anno del suo dottorato di ricerca, Daria Boffito è stata selezionata come uno dei “Talenti Verdi 2012” da parte del governo tedesco, che identifica ogni anno i migliori 25 giovani ricercatori del mondo nel campo della durabilità. Collabora attivamente con diverse aziende canadesi nel settore dell’olio e del gas e della sintesi dei materiali. Daria Boffito ha pubblicato 55 articoli su riviste scientifiche (tra cui 21 articoli didattici sulla comunicazione della scienza), 7 capitoli di libri, 1 libro sulla comunicazione scientifica, e 2 brevetti).
- Nuovo elettrolito solido per la conservazione dell’energia ultra-sicura – Andrea Paolella, Center of Excellence in Electric Transport and Energy Storage of Hydro-Québec, Varennes
Lo sviluppo del settore della produzione di energia da fonti rinnovabili richiederà sempre più dispositivi in grado di immagazzinarla e trasportarla. Le batterie contenenti litio metallico rappresentano una delle tecnologie più innovative per quanto riguarda l’alimentazione di apparecchi elettronici portatili e di veicoli elettrici. Tuttavia, questa tecnologia presenta al momento seri limiti tecnologici dovuti alla formazione di dendriti, i quali, dando origine a corto circuiti, possono causare incendi in presenza di un elettrolita infiammabile. È quindi necessario sviluppare elettroliti solidi (ceramiche o polimeri) per ridurre questo pericolo. L’Hydro-Québec di Varennes è la sede di uno dei più importanti centri di ricerca al mondo nell’ambito dell’immagazzinamento dell’energia: il Centro di Eccellenza per l’Elettrificazione dei Trasporti e l’Immagazzinamento dell’Energia (CETEES), diretto dal Prof. Karim Zaghib. Hydro-Québec ha finora sviluppato svariati materiali per batterie, come il catodo a fosfato di ferro e litio, l’anodo al titanato di litio e la primissima batteria elettrica a stato solido nata dal lavoro visionario del Prof. Michel Armand.
Andrea Paolella è nato a Reggio Emilia nel 1984. Nel 2008 si è laureato in chimica all’Università di Bologna e nel 2013 ha conseguito il dottorato in nanoscienze all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Dopo un postdottorato alla McGill University (Montreal), attualmente è ricercatore per lo sviluppo di nuovi materiali nel dipartimento di Stoccaggio e Conversione di Energia presso l’Institute Recherche Energie Québec (IREQ) di Hydro-Québec.
- Malattie ereditarie della materia bianca nei pazienti adulti – Roberta La Piana, Department of Neuroradiology and Laboratory of Neurogenetics of Motion, Montreal Neurological Institute, McGill University, Montréal
Le malattie genetiche che colpiscono la materia bianca sono patologie neurologiche ereditarie che attaccano progressivamente la mielina del sistema nervoso centrale. Si osservano soprattutto nei bambini e sono considerate rare nella popolazione adulta. Tuttavia, la nostra esperienza, insieme ai più recenti risultati delle neuroscienze, mostrano che il numero di pazienti colpiti da queste malattie genetiche è superiore al previsto. Di conseguenza, molti di questi pazienti ricevono una diagnosi errata (ad esempio patologie più comuni) o ricevono una diagnosi corretta ma con un ritardo notevole, il che ha un impatto innegabile sulla loro salute e sulla loro vita familiare. Il mio lavoro di ricerca si pone l’obiettivo di individuare varianti della malattia genetica della materia bianca ancora non diagnosticate nella popolazione adulta. Per raggiungere quest’obiettivo, sfruttiamo un approccio multidisciplinare che combina le tecniche della genetica con una visualizzazione sempre più dettagliata dei tessuti coinvolti in questa patologia.
Roberta La Piana è una neurologa pediatrica con esperienza nel campo delle malattie genetiche della materia bianca. Attualmente sta completando un dottorato in Neuroscienze presso l’Istituto neurologico di Montreal, sotto la supervisione dei dottori Bernard Brais e Donatella Tampieri. Ha lavorato su malattie ereditarie della mielina da quando era residente in Neurologia e Psichiatria Pediatrica all’Università di Pavia, Italia. Quando si è trasferita al Montreal Neurological Institute nel 2010, la Dott.ssa La Piana si è interessata a forme di leucoencefalopatie non diagnosticate a insorgenza tardiva che sono oggetto del suo progetto di dottorato. La sua ricerca si concentra sull’identificazione di geni responsabili di nuove forme di disturbi ereditari della materia bianca, utilizzando tecniche di sequenziamento di prossima generazione; sull’applicazione di strumenti avanzati di neuroimaging per definire e caratterizzare le malattie genetiche della materia bianca; sulla comprensione della sovrapposizione clinica e risonanza magnetica tra sclerosi multipla atipica e leucoencefalopatie genetiche.
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