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“Altri Orienti, altri Occidenti: la parola e l’immagine”, conferenza e dialogo di Mario Vattani e Giovanni Capriotti

L’Istituto Italiano di Cultura e il Department of Languages, Literatures, and Cultures-Italian Studies di McGill University sono lieti di presentare, nell’ambito del programma di conferenze “Altri Orienti, altri Occidenti”, Mario Vattani e Giovanni Capriotti in dialogo sul tema: “Altri Orienti, altri Occidenti: la parola e l’immagine”.

Giovedì 10 ottobre 2019, 14.35
McGill University
Department of Languages, Literatures, and Cultures-Italian Studies, Room 355
688 Sherbrooke St. West, Montreal
Conferenza in lingua inglese

L’Asia e in particolare il Giappone sono da sempre fonti inesauribili di favole, leggende, miti e idee e al contempo d’ispirazione per artisti, scrittori, pensatori, poeti… Mario Vattani, scrittore e diplomatico, e Giovanni Capriotti, fotografo insignito nel 2017 del premio World Press Photo (Sport Stories) discutono di Giappone e della sua contemporanea realtà, sempre memori dell’antichità della sua raffinata e antica civiltà. Un dialogo alimentato dalla vita di differenti esperienze e da racconti animati dalla parola dello scrittore e dall’immagine del fotografo.

Mario Vattani, Doromizu (Muddy Water), Mondadori, 2016

Alex Merisi vive a Tokyo da due anni con un visto di studio. Lavoretti saltuari, come fotografo o cameraman, gli permettono di sbarcare il lunario, ma non colmano certo il vuoto che ha spinto un ragazzo italiano cresciuto in Inghilterra e rimasto presto orfano di madre a cercare nella terra del Sol Levante l’opportunità di costruirsi un futuro. Comincia così il viaggio iniziatico di Alex nel ventre di una Tokyo d’inizio millennio tenebrosa e tentacolare, che in breve tempo lo inghiottirà, trascinandolo nel gorgo dell’“acqua torbida”, della pornografia. Un universo popolato da personaggi tanto demoniaci quanto, a tratti, infantili e giocosi: tatuatori che sono anche maestri di vita, esponenti della yakuza. E da donne immortalate spesso in situazioni estreme, figure femminili che incarnano, con le loro stridenti contraddizioni, le diverse anime di una civiltà dove il contrasto fra luce e ombra risulta talvolta accecante. Con uno stile essenziale e al contempo avvolgente, Mario Vattani mette in scena in Doromizu una realtà oscura e sensuale e poco alla volta, senza accorgercene, noi lettori stabiliamo con parole, sapori, regole di comportamento un legame talmente vivo che l’esperienza giapponese di Alex diventa un po’ anche la nostra.

Giovanni Capriotti, The Disposable Heroes, in arrivo

La crescita economica del Giappone nel dopoguerra ebbe la sua origine tra gli edifici grigi e poco appariscenti delle città operaie, tratteggiati da cartelli pubblicitari notturni e da uomini che gironzolavano nei vicoli. San’ya a Tokyo, Kamagasaki a Osaka e Kotobuki-cho a Yokohama offrono un netto contrasto rispetto ad altre aree nelle stesse megalopoli. Queste comunità hanno prosperato durante gli anni Settanta e Ottanta sorgendo intorno a luoghi di reclutamento per i lavoratori giornalieri, ma sono appassite a seguito del collasso economico del Giappone negli anni Novanta, per diventare quartieri abitati principalmente da anziani beneficiari di assistenza sociale. Gli skyline e il culto del capitalismo sono stati costruiti e, tuttora supportati, da una venerazione religiosa del lavoro e il suo ruolo centrale nella società. La cultura del lavoro che ha resuscitato il paese dalla devastazione ora lo schiaccia inesorabilmente. In Giappone, la propria professione è strettamente legata all’identità. È un pilastro culturale che, sostituendo l’antico modello feudale, rimane sempre intrecciato con la ricerca dello shokunin. Il termine non ha traduzione diretta, ma approssimativamente significa “padronanza della propria professione” ed è associato al forte orgoglio e gioia verso il proprio lavoro e alla fedeltà al datore di lavoro. Inoltre ha un lato più sinistro, con il relativo collegamento ad un altro concetto giapponese– Karoshi, o morte dal lavoro eccessivo, che è inoltre collegato probabilmente all’alienazione sociale e all’indigenza. Oggi, di fronte alla crisi incombente di una popolazione che invecchia, la piramide della forza lavoro agisce ancora come moderna forma di feudalesimo.

Mario Vattani è nato a Parigi nel 1966, ed è un diplomatico e scrittore italiano. I suoi romanzi Al Tayar. La corrente e Doromizu. Acqua torbida sono stati pubblicati da Mondadori rispettivamente nel 2019 e nel 2016. Doromizu è stato scelto come finalista nel Premio Acqui Storia nel 2016. Il suo libro La Via del Sol Levante è stato pubblicato nel 2017 da Idrovolante Edizioni. In servizio alla Farnesina dal 1991 – ora con il grado di ministro plenipotenziario – Mario Vattani ha prestato servizio negli Stati Uniti in Egitto, e in Giappone, dove è stato Console Generale. Parla correntemente il giapponese, ed è autore della ricerca “Costruire una passione italiana per il Giappone: il ruolo della cultura nelle relazioni politiche tra Italia e Giappone dalla Restaurazione Meiji fino al 1945” del 2014, come ricercatore ospite all’Istituto di Identità giapponese, presso la Takushoku University, Tokyo.

Giovanni Capriotti è un fotografo documentarista e videografo indipendente che si dedica alla narrazione visiva di lunga data, concentrandosi su storie uniche e intime che rivelano come il tempo e l’inevitabilità del compromesso influenzino gli individui, le comunità, la storia e la condizione umana. Oltre alle sue pratiche documentarie, Giovanni si occupa di giornalismo visivo di marca come Multimedia Image/Video Producer presso l’Università di Guelph-Humber, e continua ad accettare commissioni. Fa parte del Comitato Consultivo del Programma di Fotogiornalismo del Loyalist College e gestisce workshop fotografici, incontri e conferenze. Tra i diversi riconoscimenti che il suo lavoro gli ha portato, il progetto a lungo termine di Giovanni “Boys Will Be Boys” ha guadagnato il primo posto nella sezione “Sport Story” al 2017 World Press Photo, mentre recentemente ISMEO (Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente) gli ha assegnato una borsa di studio per seguire le orme del suo ex presidente ed esploratore del Tibet Giuseppe Tucci. I progetti di Giovanni sono stati esposti in mostre e installazioni in tutto il mondo, tra cui la World Press Photo Foundation, Contact Photography Festival Toronto, NPAC, Istituto Italiano di Cultura di Montreal, DDProject Trieste, Tokyo International Foto Awards, IGR Bingham Cup Amsterdam 2018, PX3 – Prix De La Photographie Paris. WoPZines, una casa editrice indipendente, è il suo ultimo ambizioso progetto.

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Montréal
  • In collaborazione con: Department of Languages, Literatures, and Cultures