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Ottantesimo anno della morte di Gabriele d’Annunzio (1°marzo 1938) – Chiara Cimmino e Valerio Garaffa, “La Divina e il Vate – Una storia d’arte e d’amore”.

In occasione degli ottant’anni della dipartita di Gabriele d’Annunzio (1°marzo 1938), l’Istituto Italiano di Cultura di Montréal è lieto di presentare lo spettacolo teatrale “La Divina e il Vate – Una storia d’arte e d’amore” di Chiara Cimmino e Valerio Garaffa.

17 Maggio 2018, 18:00 – Entrata libera
Istituto Italiano di Cultura di Montréal
1200 Av. du Dr Penfield
Spettacolo in lingua italiana

Quello tra Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse è l’incontro di due artisti che resero grande la propria epoca, ma è anche il rapporto tormentato tra un uomo e una donna.Il loro legame durò una decina d’anni in cui, tra passione e rotture, crisi e successi, entrambi trassero l’uno dall’altra ispirazione e nutrimento creativo.In una lettura drammatizzata di alcune epistole, monologhi e brani tratti dalle opere dannunziane, Chiara Cimmino e Valerio Vittorio Garaffa ripercorrono i punti salienti della storia d’arte e d’amore tra il Vate e la Divina, una donna che lui stesso ammise di non meritare.

Gabriele d’Annunzio, scrittore e politico (Pescara 1863-Gardone Riviera, Brescia, 1938), fu uno dei maggiori esponenti del decadentismo europeo. Ricco di cultura, assimilò diverse tendenze letterarie e filosofiche, creando un suo inconfondibile stile. Nel 1888 si trasferì a Roma, dove la frequentazione dell’aristocrazia gli ispirò il romanzo Il piacere (1889). Durante un soggiorno a Napoli (1891) si interessò alle opere di Nietzsche e Wagner. Le letture nietzschiane si rivelano nei romanzi Trionfo della morte (1894) e Le vergini delle rocce (1896). L’ispirazione a scrivere per il teatro gli giunse dalla grande attrice Eleonora Duse, con cui ebbe una tormentata storia d’amore. In pochi anni, d’Annunzio compose le sue opere principali, dal romanzo Il fuoco (1900), alla tragedia pastorale La figlia di Iorio (1904). Dopo un soggiorno in Francia, tornò in Italia e nel 1915, invitato a Quarto per inaugurare il monumento ai Mille, avviò un’accesa campagna interventista. Nel 1919 guidò una spedizione di reduci, partendo da Ronchi (poi detta “dei Legionari”) e giungendo a Fiume; occupata la città con un colpo di mano paramilitare, istituì la Reggenza italiana del Carnaro, tenendone il controllo per più di un anno e redigendo con De Ambris una Carta del Carnaro a sfondo corporativista. Nel dicembre 1920 fu infine sgomberato dall’esercito italiano. Ritiratosi nella villa Cargnacco, in quello che poi avrebbe chiamato il “Vittoriale degli Italiani”, sul Lago di Garda, visse il resto dei suoi anni con privilegiato riguardo: nel 1924 fu elevato al rango di principe di Montenevoso; sovrintese all’edizione nazionale delle sue opere e nel 1937 divenne presidente della Reale Accademia d’Italia.

Valerio Vittorio Garaffa – Si diploma regista e attore alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. Completa la sua formazione al Laboratorio Teatrale Santa Cristina diretto da Luca Ronconi. Studia poesia italiana e Lectura Dantis con Paolo Giuranna e il metodo mimico di Orazio Costa con Alessandra Niccolini. Lavora come attore, tra gli altri, negli spettacoli “Odissea, doppio ritorno” (B. Strauss) regia di Luca Ronconi,“Il prigioniero” (Dalla Piccola) regia di Peter Stein, “Benvenuti in California” (Francesca Angeli) regia di Marco Plini. Tra le esperienze da regista ricordiamo “Oscillazioni” di Vitaliano Trevisan, “Cimbelino” di W. Shakespeare (di cui ha inoltre curato la traduzione che si trova attualmente in via di pubblicazione), “Le Baccanti” di Euripide, “Le donne in Parlamento” di Aristofane, “Don Chisciotte” tratto dall’opera di Cervantes. Completa la propria formazione attraverso lo studio delle tecnica Linklater e della tecnica Alexander. Dal 2010 insegna teatro tenendo laboratori per professionisti e non professionisti. Nel 2011 insieme a Chiara Cimmino fonda la compagnia Teatro del Disìo. Nel 2015 ottiene il “Premio Mazzella”, Primo Premio Nazionale di Drammaturgia nelle scuole. Nel 2016 è tra i fondatori della Scuola Internazionale di Teatro Italiano Giovanni Grasso, con sede a Montréal.

Chiara Cimmino – Si diploma attrice alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano nel 2007. Lavora in teatro cimentandosi con autori classici (Il temporale di A. Ostrovskij – Orazio di H. Muller – Il gabbiano di A. Cechov – Il ventaglio di C. Goldonii – Arlecchino educato dall’amore di P. Marivaux – Sogno di una notte di mezza estate di W. Shakespeare); testi contemporanei e teatro di ricerca (Dromio e Silvia, regia di M. Fontana – Expoi, spettacolo futurista, regia di F. Grazzini, Piccolo Teatro di Milano); teatro ragazzi (Bianca di S. Gabos), teatro comico (Disaster Comedy, produzione TKC – Provaci ancora Sam di W. Allen). Lavora inoltre per il Teatro Stabile di Catania nel musical Pipino il breve di Tony Cucchiara e Il birraio di Preston di A. Camilleri. Nel 2005 Eros Pagni le aggiudica il Premio Miglior Attrice non protagonista al Palio teatrale di Chiavari e nel 2007 recita nell’ Ubu Re di A. Jarry, regia L.Facchinelli, vincitore del III Premio Internazionale F. Piccoli. Al lavoro in teatro, cinema (Il grande sogno, regia M. Placido) e tv (Rossella, fiction Rai) affianca dal 2007 un costante approfondimento della propria formazione attraverso tecnica Linklater e tecnica Alexander. Dal 2010 insegna teatro tenendo laboratori per professionisti e non professionisti. Nel 2011 insieme a Valerio Vittorio Garaffa fonda il Teatro del Disìo, con cui rappresenta “Cimbelino” di Shakespeare, per la regia di Garaffa. Nel 2014 recita nel ruolo della protagonista femminile del film “Rimbalzello” di N. Gharbi che si aggiudica il premio Speciale della Giuria al Maazzeni Film Festival in Sicilia. Nel 2015 perfeziona la propria formazione presso lo Shakespeare Forum di New York. Nel 2016 è tra i fondatori della Scuola Internazionale di Teatro Italiano Giovanni Grasso, con sede a Montréal.

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  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Montréal