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Wu Ming: Dal New Italian Epic a Proletkult. Un incontro con Roberto Bui (Wu Ming 1)

L’Istituto Italiano di Cultura di Montreal ha il piacere di presentare l’incontro con l’autore Roberto Bui, membro del collettivo di scrittori bolognese Wu Ming. La serata vedrà Bui confrontarsi con il pubblico, stimolato dalle domande del direttore dell’Istituto Francesco D’Arelli e dai professori Eugenio Bolongaro e Giuliana Minghelli del dipartimento di Languages, Literatures and Cultures della McGill University, che ha contribuito all’organizzazione dell’evento.

Giovedi 20 Settembre 18:00
Istituto Italiano di Cultura
1200, Avenue du Docteur Penfield
Ingresso gratuito

Wu Ming, attivo dal 2000, ha pubblicato diversi romanzi di successo e di rilievo nel panorama letterario contemporaneo, come 54, Manituana e L’armata dei sonnambuli. La loro prossima pubblicazione, Proletkult, uscirà il prossimo ottobre. L’attività dei Wu Ming non si limita alla pubblicazione di libri scritti collettivamente, ma è disseminata sia on-line, dove il loro blog Giap è un punto di riferimento per la comunità dei loro (e non) lettori, che off-line, dove conferenze, incontri e presentazioni alimentano uno stimolante confronto tra gli scrittori e chi li segue. Come “solista,” Bui, con il nome Wu Ming 1, ha pubblicato New Thing, Cent’ anni a Nordest e Un viaggio che non promettiamo breve. In questo suo ultimo lavoro, Bui ha analizzato e raccontato la storia del movimento No Tav, rivelando la strumentalizzazione politica connessa alla realizzazione della “grande opera” e il processo di criminalizzazione mediatica operata contro i membri del movimento.

Bui e Montreal si conoscono bene. Nel 2008, la sua partecipazione al convegno Up, Close & Personal, organizzato da Bolongaro presso la McGill, stimolò alcune riflessioni che confluirono nel saggio New Italian Epic. Tale saggio scatenò la più accesa e interessante discussione letteraria dell’ultimo ventennio. A che punto siamo a dieci anni da quelle riflessioni? Qual è il ruolo della letteratura nell’Italia di oggi, minacciata da retoriche (e non solo) neofasciste e razziste? Come il “fare cultura” può ancora fronteggiare questa deriva? Quali esempi mostrano che differenze politiche e culturali sono funzionali, e non deleterie, alla convivenza civile?

https://www.wumingfoundation.com/giap/

Prenotazione non più disponibile

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Montréal
  • In collaborazione con: Università McGill, Dipartimento di Lingue, Lettera